Richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco di Riccione, Renata Tosi, per le accuse di presunta omissione in atti d’ufficio perché non avrebbe, nel 2015, disposto un’ordinanza temporanea di divieto di balneazione in un tratto del litorale riccionese. L’indagine si richiama all’obbligo delle Amministrazioni di procedere tempestivamente a disporre un’ordinanza di divieto di balneazione su indicazione cautelativa e precauzionale dell’Arpa regionale. Obbligo che l’inchiesta vuole verificare se sia stato eventualmente dal sindaco non ottemperato. “Non sono né sorpresa, né turbata – ha commentato il sindaco della Perla. – Ero e resto serena così come ripongo immutata fiducia nel lavoro della magistratura”. La Tosi spiega di avere “sia durante il mio interrogatorio sia successivamente ad esso consegnato ai magistrati una relazione dettagliata ed esaustiva e tutta la documentazione in merito in cui si evince chiaramente che ho agito secondo le normali regole e la prassi amministrativa”. Una vicenda insomma che si chiuderà molto probabilmente in dibattimento anche alla luce della bontà delle condotte messe in campo dalla Tosi, sicurissima e tranquilla circa il suo operato.
Qui di seguito la dichiarazione integrale del sindaco: “Non sono né sorpresa, né turbata. Ero e resto serena così come ripongo immutata fiducia nel lavoro della magistratura. Come detto più volte, era logico aspettarsi questo ulteriore passaggio procedurale, le accuse sono le stesse descritte nell’avviso di garanzia. Mi si attribuisce di aver omesso ritardandone l’attuazione ordinanze temporanee di divieto di balneazione in un tratto del litorale riccionese. Sia durante il mio interrogatorio sia successivamente ad esso ho consegnato ai magistrati una relazione dettagliata ed esaustiva e tutta la documentazione in merito in cui si evince chiaramente che ho agito secondo le normali regole e la prassi amministrativa, firmando e rispedendo indietro per via telematica tutte le ordinanze relative ai divieti di balneazione che mi sono arrivate dagli uffici tecnici. Sono perciò convinta di aver precisato tutto quanto mi era stato contestato. E penso che la richiesta del pubblico ministero possa per questo servire ad accertare la mia totale correttezza rispetto ai fatti oggetto di indagine. Resta comunque una vicenda sulla quale è necessario fare completa chiarezza. Ho sempre fatto il mio dovere di sindaco, rispettando la legge e tutelando l’interesse e la salute dei cittadini”.